sabato 12 gennaio 2013

Donna allo specchio' il quadro di Tiziano a Milano Palazzo Marino 2011

Dal Louvre a Milano, in mostra Amore e Psiche di Canova e Gérard - Palazzo Marino 2012

 

 

 

 

 

 

 

Milano, la Madonna di Foligno di Raffaello a Palazzo Marino 2013

Storia

Il dipinto venne commissionato da Sigismondo de' Conti, segretario di papa Giulio II, come ex voto per il miracolo che aveva visto uscire la sua casa di Foligno illesa dopo essere stata colpita da un fulmine o un bolide. La pala si trovava nella chiesa di Santa Maria in Aracoeli a Roma, luogo di sepoltura di Sigismondo, da dove nel 1565 una monaca nipote del donatore la fece trasferire nella chiesa di Sant'Anna a Foligno, presso il Monastero delle Contesse della Beata Angelina dei Conti di Marsciano[1]. Fu rastrellata durante l'occupazione francese nel 1797 e portata a Parigi. Lì l'opera fu trasportata su tela, verso il 1800-1801, da Francois Toussaint Hacquin, lo stesso che trattò analogamente la Vergine delle Rocce. In seguito al Trattato di Tolentino tornò in Italia (1816), ma il pontefice Pio VII, come per altre opere importanti d'arte sacra che vanta oggi della Pinacoteca Vaticana, decise di trattenerla a Roma[2].
L'opera è in genere datata al 1511-12, mentre l'artista lavorava alla Stanza di Eliodoro, ed è il precedente più vicino alla Madonna Sistina.
Nel 1957-1958 fu restaurato da Cesare Brandi[2].
La Madonna col Bambino appare entro un grande nimbo dorato, seduta su una nuvola e circondata da una corona di cherubini che prendono forma dalle nuvole[2].
In basso, da sinistra, sono raffigurati san Giovanni Battista, san Francesco d'Assisi (fondatore dei Minori che reggevano la chiesa) e san Girolamo, riconoscibile dal leone mansueto, che presenta a Maria il committente inginocchiato. Al centro si vede un angioletto che rivolge uno sguardo trasognato verso l'apparizione celeste; regge in mano una tabella biansata all'antica in cui originariamente doveva trovarsi un'iscrizione che ricordava il voto del committente[2].
Il paesaggio al centro descrive sinteticamente l'evento miracoloso, con un arcobaleno che simboleggia la protezione divina e il lieto fine. Si vede infatti un oggetto infuocato dirigersi verso un edificio, che secondo l'astronomo americano H. A. Newton, sarebbe un bolide che apparve al momento della caduta di una meteorite[3].
Nel paesaggio, dall'atmosfera umida e trepidante, con effetti luminosi di grande originalità, sono leggibili influenze del tonalismo veneto, nonché di autori ferraresi quali Dosso Dossi[2]. La posizione al centro della pala per rievocare l'evento miracoloso ricorda inoltre l'impostazione della Pala Portuense di Ercole de' Roberti. La Vergine ricorda quella dell'Adorazione dei Magi di Leonardo e il Bambino quello del Tondo Doni di Michelangelo, quasi avoler seguire una sorta di "contaminatio" di modelli illustri[4].
Il collegamento tra le due parti della pala è intensificato dall'orchestrazione cromatico-luminosa e dai numerosi rimandi di gesti e sguardi: Giovanni, Francesco adorante e l'angioletto indirizzano l'occhio dello spettatore verso Maria, che si rivolge al donatore, ricambiata. Il gruppo della Madonna col Bambino è raccolto in un ovale sotto il mantello protettivo di Maria e, come nelle migliori opere del Sanzio, ha quella viva naturalezza che rende l'ideale bellezza estremamente familiare allo spettatore. Il Bambino ad esempio non è ritratto come il dio benedicente conscio della sua missione, ma come un vero e proprio fanciullo che sembra divincolarsi dall'abbraccio della madre per coprirsi sotto il velo.
Straordinariamente acuto è il ritratto del committente, spesso giudicato una delle migliori prove in assoluto del Sanzio in questo genere[2]. L'anziano prelato ha il volto scavato, gli zigomi angolosi, gli occhi infossati ed espressivi, le mani ossute e grinzose[5].

 

Milano -Palazzo Marino 05 Gennaio 2015 

 

Raffaello Madonna con Bambino e San Giovann
Madonna con il Bambino G.A.Boltrafio
ino ( Madonna Esterhàzy )




La Vergine delle Rocche del Borghetto - Francesco Melzi



 Milano -Palazzo Marino 05 Gennaio 2016

 



Milano rinnova il tradizionale appuntamento natalizio con un capolavoro artistico invitando a Palazzo Marino la grande pala d’altare raffigurante “L’Adorazione dei pastori” di Pietro Paolo Rubens conservata nella Pinacoteca Civica di Fermo (Ascoli Piceno).

Il dipinto, attribuito al pittore fiammingo nel 1927 dallo storico dell’arte Roberto Longhi che rimase colpito dalla sua visione nella Chiesa di San Filippo Neri a Fermo, costituisce una summa poetica di Rubens.

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